Sanremo 2022 e il tenero omaggio a Raffaella Carrà

Nel corso della finalissima, Laccio confeziona uno spettacolare e rispettoso omaggio alla Raffa Nazionale.
Una sagoma filiforme e con il caschetto biondo dà le spalle al pubblico. Indossa un lungo completo luccicante e guarda dritta davanti a sé, mentre l’inconfondibile voce di Raffaella Carrà avvolge il teatro Ariston come se lo stesse abbracciando. A quel punto, orde di ballerine con il caschetto biondo sulla testa ballano e si muovono a ritmo delle sue canzoni più famose, come Tanti auguri. Il pubblico di Sanremo si alza in piedi e balla e canta quei ritornelli che conosce a memoria.
Poi, all’improvviso, quella sagoma imbraccia una valigia e inizia a salire le scale, senza mai voltarsi. La luce si fa più brillante, ed è in quel momento che tutti capiscono che Raffaella Carrà è ormai vicina all’addio definitivo, congedandosi dal suo pubblico, non senza lasciargli un’eredità incolmabile: la musica, l’iconicità, l’eleganza, il rispetto, la dignità, il carisma. Laccio, che aveva già messo a punto la spettacolare messa in scena di Laura Pausini durante la seconda serata del Festival di Sanremo, cura un tributo delicatissimo che sarebbe potuto sfociare facilmente nel didascalico.

Insieme alla collaborazione di Sergio Japino, presente a Sanremo in prima fila e con la mascherina nera a coprirgli il volto, Laccio dà vita a un omaggio che incassa il plauso del pubblico in Rete e, soprattutto, di quello in sala. In modo particolare, la scelta di rendere Raffaella una silhouette senza volto è stata geniale perché ha sottolineato il valore iconico della sua arte senza costringerci a un confronto impossibile. Nel musical Explota Explota – prodotto da Valeria Arzenton (Zedlive) – che, Covid permettendo, debutterà tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 in Italia per poi trasferirsi in tutto il mondo, tratto dall’omonimo film disponibile su Prime Video, si cercherà di rimarcare proprio questo aspetto, con la speranza che lo spirito della Carrà continuerà a farci compagnia per le prossime generazioni con lo stesso entusiasmo e la stessa classe di adesso.

Da un articolo di Mario Manca.

FONTE: Rolling Stone